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Il dolore genitale è anche maschile

Il dolore genitale è anche maschile

di Carlotta Bellantoni

La sindrome del dolore pelvico cronico, negli uomini, è una delle più comuni condizioni di dolore genitale riportate agli specialisti. Questa può essere segno di altre patologie o rappresentare un evento a sé stante. Solitamente, il dolore è il sintomo principale ed è spesso localizzato al perineo o al pene, ma può essere ampiamente distribuito e coinvolgere qualsiasi area “sotto la cintura”: inclusi lo scroto, i testicoli, il retto, le aree inguinali e la regione sovra pubica. Nei singoli pazienti l’ubicazione dei fastidi potrebbe variare. Il dolore può essere costante o cambiare nel tempo, secondo schemi intermittenti o persistenti, con variazioni diurne o altre modificazioni temporali. Uomini di tutte le età possono esserne affetti, con un picco d’incidenza trai 35 e i 45 anni. Inoltre, sintomi associati comprendono disturbi urinari e disfunzioni sessuali.

Nello studio di Aubin, Berger, Heiman e Ciol (2008), il 70% degli uomini con dolore genitale (connesso alla sindrome del dolore pelvico cronico) ha riportato una diminuzione del desiderio sessuale, il 40% lamenta difficoltà di eccitazione e nel raggiungimento dell’erezione, mentre il 37% sottolinea problemi nell’ambito dell’orgasmo. La disfunzione erettile si classifica come la disfunzione sessuale primariamente studiata in associazione al dolore genitale maschile, eppure, l’eiaculazione precoce risulta persino essere maggiormente collegata al dominio del dolore. Esistono diverse forme di dolore eiaculatorio: alcune di queste insorgono durante l’eiaculazione, altre compaiono in seguito. Non a caso, diversi autori sottolineano l’importanza di includere una valutazione del funzionamento sessuale durante il trattamento del dolore genitale.

Oggi, l’evidenza scientifica ha dimostrato l’influenza di diversi fattori psicosociali sul dolore sessuale o genitale. Tra questi, in particolare, si pongono alcuni fattori cognitivi, il cui ruolo è stato precedentemente indagato anche nei disturbi sessuali. Nella ricerca di Pereira, Oliveira e Nobre del 2015, pensieri negativi di “anticipazione del fallimento” (riguardo la performance sessuale) venivano fatti più spesso da uomini con dolore genitale e da uomini affetti da disfunzioni sessuali, rispetto a uomini in salute. Lo stesso risultato è stato riscontrato per quanto concerne la categoria di pensieri negativi denominata “focus sul proprio corpo”. Dunque, sembra che gli uomini colpiti da dolore genitale cronico e/o disfunzioni sessuali abbiano una vita sessuale meno soddisfacente rispetto agli uomini che non riferiscono queste condizioni. Secondo gli studiosi in precedenza citati, i pensieri negativi possono causare ansia, la quale smorzerebbe il desiderio sessuale andando a predisporre la persona alla chiusura, al ritiro e al sentirsi incapace di far fronte all’intimità. In questi casi, la psicoterapia potrebbe scardinare i pensieri negativi, promuovendo l’autostima ed il benessere della persona.

Sorprendentemente, la ricerca odierna testimonia l’importanza che la sessualità continua ad avere per gli uomini affetti da dolore genitale: il desiderio ed il bisogno d’ingaggiarsi in attività sessuali persistono, a discapito del fatto che queste esperienze potrebbero essere dolorose. Ciononostante, gli attuali sistemi di classificazione dei disturbi mentali non riconoscono il dolore genitale maschile come una categoria clinica diagnostica a sé. Questo comporta, in primis, una sottovalutazione dei casi già esistenti, nonché un mancato riconoscimento di una condizione tanto impattante; il che potrebbe compromettere la richiesta di cure ed il trattamento della stessa. È fondamentale legittimare, anche per questi pazienti, il diritto ad una vita sessuale soddisfacente.

In riferimento ai disturbi sessuali maschili, la maggior parte della ricerca in medicina sessuale si è concentrata sulla relazione con problemi ormonali, neurologici e/o vascolari. Pertanto, si evidenzia una carenza di studi, ad esempio, sul contributo dei disturbi del pavimento pelvico sul dolore genitale maschile. La pubblicazione di Cohen, Gonzalez e Goldstein dell’anno 2016 mette in risalto quanto una gestione attiva dei disturbi del pavimento pelvico possa determinare un significativo miglioramento della salute sessuale negli uomini colpiti da disfunzioni del pavimento pelvico, disfunzioni sessuali e dolore genitale cronico. Risulta evidente, allora, la necessità di un approccio multidimensionale e multidisciplinare riguardo la concettualizzazione e la terapia della sindrome del dolore pelvico cronico maschile nel presente e nel futuro.