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Commento all’articolo: Digital chemsex support and care: The potential of just-in-time adaptive interventions.

Commento all’articolo: Digital chemsex support and care: The potential of just-in-time adaptive interventions.

di Arianna Portoricco e Filippo Maria Nimbi

 

Il presente articolo illustra il “progetto Chemified”: un potenziale nuovo approccio di intervento digitale specifico per Uomini Gay e Bisessuali che fanno Sesso con altri Uomini (GBMSM) che praticano chemsex. Con il termine chemsex si fa riferimento al consumo di specifiche sostanze psicotrope al fine di facilitare, migliorare e prolungare l’esperienza sessuale. Il modello del chemsex inteso come “viaggio”, proposto dagli autori, si distingue dalle concettualizzazioni dicotomiche del fenomeno inteso come (sempre) problematico o (generalmente) non problematico, considerandolo invece un processo dinamico e contestualizzato costituito da diverse fasi, che possono produrre effetti complessi sulla base della valutazione soggettiva. Questa prospettiva apre alla possibilità di fornire supporto alle persone che praticano chemsex nelle prime fasi del viaggio con lo scopo di prevenire effetti dannosi sulla salute mentale, fisica, sessuale e lavorativa nelle fasi successive. Infatti, altri studi mostrano la forte associazione tra chemsex e comportamenti sessuali e di abuso di sostanze ad alto rischio come assunzioni multiple di sostanze, rapporti sessuali non protetti con conseguente incremento di malattie sessualmente trasmissibili e HIV così come possibile insorgenza di ansia e sintomi depressivi. Con l’obiettivo di mantenere un carattere neutrale non giudicante e con il focus sulla riduzione del danno piuttosto che sull’astinenza da tale pratica, l’obiettivo del progetto Chemified è di sviluppare un’app per lo smartphone seguendo i principi del Just in Time Adaptive Intervention (JITAI), approccio che ha già mostrato la sua efficacia in vari domini, quali la salute mentale e le dipendenze, e la procedura di Co-Design. L’integrazione di competenze relative alla sfera delle dipendenze e alla salute sessuale sembra, infatti, essere la strategia più promettente per far fronte a questo fenomeno. Quindi, per tutta la durata del processo di creazione e sviluppo dell’app, GBMSM che praticano chemsex, altri stakeholders (esperti nel campo delle tossicodipendenze, sessuologi, ricercatori) e studiosi di Informazione & Comunicazione Tecnologica (ICT) lavoreranno insieme per sviluppare un intervento che sia in linea con le necessità degli utenti. Dal momento che molti GBMSM che praticano chemsex già usano la tecnologia per connettersi agli altri, in particolare per la ricerca di partner sessuali, la scelta di utilizzare tecnologie interattive rappresenta una grande risorsa per raggiungere questo tipo di popolazione. L’app fornirà informazioni e supporto dinamico includendo educazione alla salute fisica e sessuale attraverso il supporto dei pari, costituendo oltretutto uno spazio sicuro in cui è garantito l’anonimato degli utenti. La letteratura, d’altro canto, supporta la necessità di questo tipo di interventi che possano aiutare a prevenire, da un lato, conseguenze molto serie tra cui overdose e trasmissione di malattie e, dall’altro, contrastare stereotipi sulla sessualità e sull’uso di sostanze.

 

Fonte: Platteau, T., Herrijgers, C., & de Wit, J. (2020). Digital chemsex support and care: The potential of just-in-time adaptive interventions. International Journal of Drug Policy, 85. https://doi.org/10.1016/j.drugpo.2020.102927