Uno studio che ha esaminato le cause della violenza, le conseguenze fisiche e psicologiche sulle vittime, gli effetti sociali, economici e di salute. Nella ricerca, infine, anche le proposte sulle misure da prendere sia a livello legislativo che programmatico.
Secondo il rapporto, una donna su tre nel mondo subisce violenza da parte di un familiare o dal partner almeno una volta nella vita. Spesso, poi, queste violenze vanno ben oltre. Fra il 40 e il 70% degli omicidi delle donne canadesi, statunitensi, israeliane, australiane e sudafricane sono compiuti dal marito o dal fidanzato. Le percentuali delle donne che subiscono violenza sessuale da parte di un familiare o partner va dal 6% del Giappone al 59% dell’Etiopia.
Il picco della violenza contro le donne, ci dicono i dati ONU, si raggiunge durante le guerre. Due dati su tutti: fra 250.000 e 500.000 donne sono state violentate durante la guerra civile in Ruanda, e fra 20.000 e 50.000 in Bosnia.
Riguardo le molestie sessuali, poi, se guardiamo all’Unione Europea osserviamo come fra il 40 e il 50% delle donne riferisce di aver subito molestie sul lavoro. Nel complesso fra Europa, Nord America e Australia un terzo delle donne è stato vittima di abusi sessuali.
Altra forma di violenza è quella delle mutilazioni genitali femminili. Diffuso soprattutto in Africa , in alcuni paesi del Medio Oriente e fra le comunità immigrate in Europa, Nord America e Australia, il fenomeno interessa più di 130 milioni di donne che, in tenera età, sono state sottoposte a questa pratica.
Le conseguenze delle violenze per le vittime sono di vario genere: vanno dalle menomazioni permanenti a problemi ginecologici, infezioni virali e traumi psicologici. Tutte condizioni che rischiano di degenerare in depressione, alcolismo e tossicodipendenza e che inevitabilmente possono coinvolgere anche i figli.
Globalmente, secondo il rapporto, le misure per arginare il fenomeno sono insufficienti: non solo spesso persiste una discriminazione di fatto, ma in molti Paesi anche la legislazione non è adeguata. In 53 Paesi la violenza sessuale da parte del marito non è perseguibile! Prevenzione, condanna dei colpevoli, ma anche garanzie di fondo, sono le misure proposte .
Una effettiva uguaglianza dei diritti fra i sessi, uniformare le leggi agli standard internazionali, rafforzare la conoscenza e l’informazione, attivare e coordinare forti strategie multisettoriali e stanziare fondi adeguati.
Questi gli obiettivi cui tendere per combattere la violenza sulle donne, un fenomeno che, seppure con caratteristiche diverse, è drammaticamente presente in tutti i paesi del mondo. Per saperne di più:
http://www.epicentro.iss.it/focus/domestica/onu-violenza.pd
http://www.who.int/gender/violence/who_multicountry_study/en/index.html
Laura Berti, giornalista
Francesca Tripodi, psicoterapeuta
La guerra, ma anche il posto di lavoro. Soprattutto la casa. Lo studio sulle forme di violenza contro le donne, presentato il 10 ottobre del 2006 dalla terza commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ci permette di considerare le dimensioni di questo fenomeno nel mondo.
Uno studio che ha esaminato le cause della violenza, le conseguenze fisiche e psicologiche sulle vittime, gli effetti sociali, economici e di salute. Nella ricerca, infine, anche le proposte sulle misure da prendere sia a livello legislativo che programmatico.
Secondo il rapporto, una donna su tre nel mondo subisce violenza da parte di un familiare o dal partner almeno una volta nella vita. Spesso, poi, queste violenze vanno ben oltre. Fra il 40 e il 70% degli omicidi delle donne canadesi, statunitensi, israeliane, australiane e sudafricane sono compiuti dal marito o dal fidanzato. Le percentuali delle donne che subiscono violenza sessuale da parte di un familiare o partner va dal 6% del Giappone al 59% dell’Etiopia.
Il picco della violenza contro le donne, ci dicono i dati ONU, si raggiunge durante le guerre. Due dati su tutti: fra 250.000 e 500.000 donne sono state violentate durante la guerra civile in Ruanda, e fra 20.000 e 50.000 in Bosnia.
Riguardo le molestie sessuali, poi, se guardiamo all’Unione Europea osserviamo come fra il 40 e il 50% delle donne riferisce di aver subito molestie sul lavoro. Nel complesso fra Europa, Nord America e Australia un terzo delle donne è stato vittima di abusi sessuali.
Altra forma di violenza è quella delle mutilazioni genitali femminili. Diffuso soprattutto in Africa , in alcuni paesi del Medio Oriente e fra le comunità immigrate in Europa, Nord America e Australia, il fenomeno interessa più di 130 milioni di donne che, in tenera età, sono state sottoposte a questa pratica.
Le conseguenze delle violenze per le vittime sono di vario genere: vanno dalle menomazioni permanenti a problemi ginecologici, infezioni virali e traumi psicologici. Tutte condizioni che rischiano di degenerare in depressione, alcolismo e tossicodipendenza e che inevitabilmente possono coinvolgere anche i figli.
Globalmente, secondo il rapporto, le misure per arginare il fenomeno sono insufficienti: non solo spesso persiste una discriminazione di fatto, ma in molti Paesi anche la legislazione non è adeguata. In 53 Paesi la violenza sessuale da parte del marito non è perseguibile! Prevenzione, condanna dei colpevoli, ma anche garanzie di fondo, sono le misure proposte .
Una effettiva uguaglianza dei diritti fra i sessi, uniformare le leggi agli standard internazionali, rafforzare la conoscenza e l’informazione, attivare e coordinare forti strategie multisettoriali e stanziare fondi adeguati.
Questi gli obiettivi cui tendere per combattere la violenza sulle donne, un fenomeno che, seppure con caratteristiche diverse, è drammaticamente presente in tutti i paesi del mondo. Per saperne di più:
http://www.epicentro.iss.it/focus/domestica/onu-violenza.pd
http://www.who.int/gender/violence/who_multicountry_study/en/index.html
Laura Berti, giornalista
Francesca Tripodi, psicoterapeuta