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La Famiglia di Fronte All’Omosessualità

La Famiglia di Fronte All’Omosessualità

A partire dal 1991, l’accettazione pubblica nei confronti della comunità omosessuale è cresciuta notevolmente. Nonostante ciò, attualmente il termine gay viene utilizzato con connotazione negativa e non per designare direttamente persone con orientamento omosessuale. Una recente ricerca ha dimostrato come l’esposizione ad un simile linguaggio possa aumentare il pregiudizio nei confronti degli omosessuali. Si può affermare che l’eterosessismo è piuttosto prevalente nella società odierna, per cui non stupisce che per i genitori possa essere problematico e traumatico affrontare l’omosessualità del proprio figlio.
La scoperta dell’omosessualità di un membro della famiglia costituisce nella maggior parte dei casi un evento critico e problematico all’interno dell’equilibrio familiare, considerando i significati generalmente negativi associati socialmente all’omosessualità. Alcuni studi si soffermano sulla famiglia di origine come fattore ambientale e genetico predisponente all’omosessualità, quelli più recenti invece si focalizzano sulla famiglia di origine come fattore di rischio/protettivo nello sviluppo psicosociale del giovane omosessuale.
I genitori delle persone omosessuali sono tra i più studiati nella letteratura scientifica probabilmente perché per lungo tempo, le teorie tradizionali psicoanalitiche hanno sostenuto che le origini dell’omosessualità fossero da collocare in un rapporto infantile disturbato tra genitori e figli.
LaFamigliaFronteAllOmosessualitaNella maggioranza dei casi poi l’orientamento sessuale del figlio è un argomento ineludibile dalle conversazioni familiari, anche quelle più generiche. Dopo la pubertà, i genitori mostrano un sentito interesse per le vicende relazionali dei figli esplicitando in tal modo le loro aspettative di eterosessualità sul figlio attraverso le domande più comuni e innocue. L’omosessualità è percepita dalla maggior parte dei genitori come una realtà lontana dalla propria vita e da quella dei propri cari. Le reazioni di risposta genitoriali allo svelamento possono essere molteplici: dallo shock iniziale alla rabbia con il figlio come responsabile del dolore provato, al senso di colpa per aver “provocato” la sua omosessualità, fino alle azioni riparative per tentare inutilmente di risolvere una situazione considerata inaccettabile. Nelle prime fasi la reazione è improvvisa, un’esplosione di sentimenti di sorpresa, dolore e disillusione in cui i genitori si trovano fondamentalmente spiazzati e disorientati.
Solitamente la conoscenza limitata dell’omosessualità, ma soprattutto il fitto complesso di stereotipi e luoghi comuni che la riguardano, mettono il genitore in uno stato confusionale. L’incredulità iniziale può nascere verosimilmente dal fatto che si giudichi il figlio o la figlia non corrispondenti all’immagine stereotipica culturalmente appresa: questo produrrà certamente svariati tentativi di rifiuto della realtà, caratterizzati spesso dal cercare di convincere il figlio dell’impossibilità delle sue dichiarazioni o dal dichiarare che si tratti di una fase passeggera.
L’individualità e l’esperienza personale del figlio passano in secondo piano in quanto i valori e i significati negativi associati all’omosessualità catalizzano l’attenzione: in un sol colpo tutti gli epiteti e le credenze negative sulle persone omosessuali vengono trasferite sul figlio. I genitori perdono di vista il figlio nel modo in cui lo hanno sempre considerato per rinchiuderlo nell’immagine stereotipata dell’omosessuale che la cultura e la società hanno fornito loro. L’avversione per la sessualità del figlio diverrà poco a poco più sfumata nella misura in cui nei genitori ritornerà chiara l’immagine del figlio che hanno sempre avuto. In casi più infrequenti ma possibili, i genitori mostrano una totale assenza di sorpresa, dicono di averlo sempre saputo e che aspettavano solo una pubblica comunicazione da parte dei figli, addirittura sollevando un senso di tradimento.
La concezione patologica secondo cui le cause dell’omosessualità sono da attribuirsi a modelli comportamentali sbagliati dei genitori, è alquanto popolare e condivisa socialmente; così i genitori, quando vengono a conoscenza dell’omosessualità del figlio o della figlia, possono provare intensi sensi di colpa e di fallimento per il loro ruolo parentale, sentendosene in qualche modo responsabili. Il desiderio di trovare “una colpa” può anche stravolgere le dinamiche interne alla coppia genitoriale scatenando conflitti o disfunzioni. Un coniuge biasima l’altro di non essere stato presente in passato o di esserlo stato eccessivamente, nel tentativo di esprimere la rabbia e trovare un capro espiatorio. È fondamentale che i genitori superino il sentimento di vergogna e si rivolgano ad un esperto che li supporti nella conoscenza di una realtà ignota che li spaventa e che la società tende a non comprendere, una realtà che va innanzitutto conosciuta per essere poi elaborata ed accettata.