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Internet, sexting e adolescenza

Internet, sexting e adolescenza

internet-sexting-adolescenza Sorprendente è accorgersi di quanto la metafora sessuale della “nave scuola”, tanto cara agli adolescenti delle passate generazioni, sia vicina alla realtà dei ragazzi di oggi attraverso il medesimo ambito: quello del navigare. La “navigazione” dei nostri giorni invece che essere rappresentata dall’iniziazione sessuale praticata con una figura sessualmente esperta, si è adattata alle condizioni e ai costumi di un’epoca che ha dato spazio e risalto alla molteplicità delle occasioni attraverso il web. Queste nuove tecnologie consentono di essere sempre connessi e condividere in tempo reale esperienze e informazioni, divenendo a tutti gli effetti strumenti di mediazione e di espressione personale. Considerando ciò, si determina sempre più la necessità di riflettere sulla definizione di cosa sia “reale” e “virtuale” nell’identità e nelle relazioni.

Stringendo la lente di osservazione, è possibile definire rischi e potenzialità dell’esito dell’incontro tra le nuove tecnologie e gli adolescenti. Se la rete rappresenta, infatti, una serie di rischi (come il cyberbullismo, la violazione della privacy e le forme di controllo, la pedopornografia e le sollecitazioni narcisistiche), è possibile anche evidenziare alcuni aspetti funzionali.

Fenomeni come il Sexting (termine derivante da “Sex”, sesso, e “texting”, inviare messaggi) danno la possibilità di diffondere e scambiare contenuti sessualmente espliciti tramite le nuove forme di comunicazione disponibili (chat, app e social network). L’invio di materiale sessualmente esplicito all’interno di una relazione affettivamente significativa potrebbe essere considerato, ad esempio, una “palestra” per mettere alla prova iniziali esposizioni “sessuate” di se stessi, o una possibilità di posticipare o evitare la messa in atto di comportamenti sessuali nella realtà. In quest’ultimo caso, quindi, il sexting sfrutterebbe proprio il mezzo tecnologico per mettere una distanza gradualmente riducibile con l’altro/a.

Stando a quanto diffuso dalle ultime ricerche disponibili in Italia (IPSOS 2011), il 40% delle ragazze ed il 51% dei ragazzi di età compresa tra i 10-14 anni e il 56% delle ragazze e il 43% dei ragazzi tra i 15-17 anni hanno ricevuto per la prima volta materiale con riferimento al sesso. Risulta non statisticamente significativo ma concettualmente importante il dato che l’età della prima esposizione sia avvenuta tra 6-9 anni per l’1% del campione considerato.

Tra le motivazioni legate all’invio, la maggioranza degli adolescenti si colloca tra il desiderio di essere notato e gratificazioni narcisistiche (“ricevere complimenti”, “sentirsi sexy”), evidenziando quanto aspetti strettamente legati al sesso (come ad esempio cercare o ottenere eccitazione sessuale) siano decisamente periferici.

La considerazione di questi risultati, nel complesso, sembra dirci che gli adolescenti utilizzino il web come un canale per inviare un messaggio o per parlare di sé secondo un taglio desiderabile e socialmente significativo. Se così fosse, un suggerimento per tutti coloro che sono impegnati nel campo della salute e del benessere sessuale ed affettivo dei ragazzi potrebbe essere proprio quello di avvicinarsi alle forme di comunicazione e relazione più efficaci per raggiungere i ragazzi, e parlare non “come” loro ma “insieme” a loro.