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Induratio penis plastica (IPP): i risvolti psicologici di una patologia prettamente organica

Induratio penis plastica (IPP): i risvolti psicologici di una patologia prettamente organica

ipp_ottobreL’Induratio Penis Plastica (IPP) è una patologia andrologica sulla quale esistono ancora molti aspetti da conoscere. L’IPP è caratterizzata dalla formazione di una placca fibrotica sulla tunica albuginea del pene, che causa una limitazione dell’elasticità peniena durante l’erezione e determina una curvatura verso il versante malato, dolore e in alcuni casi disfunzione erettile. In base allo stadio in cui si trova il paziente, esistono diverse alternative terapeutiche sia farmacologiche che chirurgiche.Si sta parlando, perciò, di una patologia “prettamente” organica, che può essere curata con dei trattamenti “prettamente” medici, in grado di restituire al paziente la sua funzionalità peniena. Dove si colloca allora lo psico-sessuologo? L’IPP, pur essendo una malattia ad origine organica che può essere trattata sia farmacologicamente che chirurgicamente, potrebbe comportare delle ripercussioni sulla vita sessuale e relazionale del soggetto; è perciò molto importante, sin dal primo momento, affiancare al medico la figura dello psico-sessuologo. I pochi studi sull’argomento mettono in evidenza, infatti, le conseguenze di questa patologia sul piano emotivo e relazionale.Al momento della diagnosi, il soggetto si trova di fronte ad una situazione che nonipp_ottobre2 avrebbe mai immaginato di vivere: affetto da una patologia “sconosciuta” che mette a repentaglio la sua capacità di intraprendere un rapporto coitale. L’IPP oltre a colpire l’organo genitale maschile, andrebbe a colpire l’identità maschile; basti pensare all’importanza del pene per l’uomo, della sua dimensione, della sua forma e della sua perfetta funzionalità, aggiungendo il problema dello script socio-culturale che fa sì che l’immagine corporea dell’uomo si costruisca molto intorno al fallo. Emerge infatti che, a causa della deformità del proprio pene, il soggetto con IPP tende a descriversi come “anormale”, “disgustoso” e addirittura un “uomo a metà”. Il livello di distress conseguente potrebbe anche portare a sviluppare patologie gravi come la depressione.
Come si può immaginare tutto ciò potrebbe avere un impatto negativo sul funzionamento sessuale del soggetto. Le ricerche presenti in letteratura rilevano che questi si sente meno virile, non più in grado di attrarre qualcuno e preoccupato di non riuscire a soddisfare la/il partner come un tempo. Soprattutto a causa del dolore, spesso i pazienti sperimentano una forte ansia da prestazione che porta loro ad avere un calo del desiderio; di frequente infatti preferiscono evitare di avere rapporti sessuali e in generale evitare qualsiasi forma di intimità, con la convinzione che la vita sessuale sia arrivata al capolinea. Cosa può succedere allora nella vita di coppia? Le ricerche evidenziano che l’IPP può comportare conseguenze sul piano emotivo non solo sul singolo, ma anche sulla partner. La svalutazione di se stesso, il ritiro dalla sessualità e la conseguente sindrome ansiosodepressiva nell’uomo determinano di frequente ripercussioni anche su di esso, che sviluppa, laddove l’ipotesi della formazione della placca sia legata ai microtraumi provocati dal rapporto sessuale, sensi di colpa oppure rabbia.
Emerge inoltre che la partner ha spesso difficoltà nell’accettare la patologia e il paziente ha spesso difficoltà e imbarazzo a parlare con lei delle sue preoccupazioni. Bisogna considerare che questi studi sono stati condotti su coppie eterosessuali; in letteratura mancano degli studi che indagano il vissuto della coppia omosessuale, anche se da alcune esperienze cliniche sembra emergere che gli effetti negativi siano amplificati, sia dal fatto di avere un partner senza deformità peniena che ricordi sempre al soggetto la sua deformità, sia dall’aumentata stigmatizzazione sociale. Il counseling psico-sessuologico può essere molto utile per far accettare al soggetto i cambiamenti dovuti alla patologia e favorire e valorizzare l’uso di pratiche sessuali alternative al coito in modo da far assumere alla coppia un punto di vista diverso sulla sessualità, non più prestazionale, ma ludico affettiva.
ipp_ottobre3È molto importante perciò che tutti i trattamenti medici siano accompagnati da una consulenza psico-sessuale: questa si rivela molto utile nel favorire il passaggio dal rimpianto del passato alla fiducia nel trattamento farmacologico o chirurgico, di grande aiuto per la compliance alla terapia. Questo è ancora più vero nei casi di trattamenti chirurgici dove il quadro clinico già complesso dell’IPP viene aggravato anche dalle opzioni terapeutiche proposte al soggetto che spesso hanno come risultato un accorciamento dell’asta o una forma peniena alterata. La presenza dello psicosessuologo è fondamentale sia nelle fasi pre-operatorie che post-operatorie.
Nella fase preoperatoria il clinico può valutare le caratteristiche di personalità del soggetto per evidenziare l’impatto che un intervento potrebbe avere sul suo equilibrio psichico, nonché indagare le motivazioni e le aspettative del singolo e della coppia. Bisogna considerare che per la riuscita di un intervento chirurgico le aspettative del/della partner sono tanto rilevanti quanto quelle dei pazienti stessi. Inoltre il counseling è di grande utilità per preparare la coppia all’adattamento postchirurgico, fornendo delle spiegazioni esaustive dell’intervento, dei rischi e delle eventuali complicanze. Nel postoperatorio il counseling dovrà occuparsi dell’adattamento, dell’accettabilità e della soddisfazione derivante dall’intervento chirurgico.
Spesso si sottovaluta l’importanza del counseling per le disfunzioni sessuali di origine organica, dimenticando che un intervento clinico sulla sessualità deve rispettare un’impostazione di tipo somatopsichico oltre che psicosomatico e che il trattamento deve mirare a restituire al paziente una vita sessuale soddisfacente, non solo un’erezione rigida e funzionale. Nella pratica urologica, infatti, problematiche francamente biologiche hanno spesso esiti diversi in base alla storia del paziente o della coppia che si trovi ad affrontare un sintomo definito o un intervento chirurgico. Proprio per l’importanza dell’utilizzo di un approccio integrato nel trattamento delle disfunzioni sessuali, nel Dipartimento di Urologia “Ulrico Bracci” del Policlinico Umberto I di Roma dal 2007 è attivo un ambulatorio psico-sessuologico, nato in collaborazione con l’Istituto si Sessuologia Clinica, dove consulenti psico-sessuologi affiancano il gruppo di andrologi per accogliere, insieme al tradizionale disagio del corpo, anche quello della psiche e della relazione di coppia che nella sessualità sono in stressa relazione reciproca.