Non è certo semplice parlare di violenza sessuale. Non è facile sia per le implicazioni di tipo psicologico che riguardano le vittime di tale violenza, sia perchè si tratta di un reato le cui reali dimensioni faticano ad emergere. In altre parole: chi subisce la violenza non sempre la denuncia e la maggior parte delle volte, ha difficoltà a parlarne. I dati diffusi dal Viminale, riguardanti il triennio 2006/2008, ci forniscono in ogni modo uno spaccato della realtà italiana su questo argomento.
Vediamoli.
Per cominciare, in sei casi su dieci gli autori delle violenze sessuali sono italiani. Un dato che sembra contraddire i recenti fatti di cronaca che hanno visto macchiarsi di questo reato soprattutto gli stranieri. Riguardo alla nazionalità, risulta che solo il 7,8 % dei violentatori è romeno, mentre il 6,% è marocchino.
Altro dato che sembra in controtendenza rispetto agli episodi di stupro sempre più presenti nella cronaca, quello che vede diminuire le violenze sessuali. Meno 8% nel 2008, mentre nel 2007 era stato registrato un aumento dei casi addirittura del 5% rispetto al 2006 (da 4.821 a 5.062 episodi).
La violenza assume poi dimensioni diverse a seconda delle città: a Roma il fenomeno degli stupri dal 2006 al 2008, ha fatto registrare un andamento altalenante con un picco del 13 % in più nel 2007, con 339 delitti, e una successiva diminuzione nel 2008, con 317 episodi. Anche nella capitale, smentendo il luogo comune che vorrebbe la violenza appannaggio degli stranieri, il 42 % delle violenze è opera d’italiani, il 24 % di romeni e nel 3 % di egiziani.
A Milano negli stessi tre anni si è registrato un andamento decrescente, passando da 526 episodi nel 2006 a 480 nel 2008. Anche a Milano la nazionalità degli autori risulta nel 41 % dei casi italiana, nell’11 % romena, nell’8 % egiziana e nel 7 % marocchina.
Le notizie migliori arrivano da Bologna, dove la violenza sessuale ha registrato invece un netto calo, passando da 179 episodi nel 2006 a 139 nel 2008. Italiani gli stupratori per il 47 %, nell’11 % dei casi marocchini e nel 10 % romeni.
Per concludere con le statistiche: il Viminale precisa che i cittadini stranieri responsabili di circa il 40% dei reati di violenza sessuale commessi in Italia nel 2008 rappresentano meno del 6% della popolazione residente.
Insomma seppure, ovviamente, non tutti gli stranieri commettono reati, considerando la percentuale d’immigrati rispetto agli italiani, si potrebbe arrivare ad una pericolosa equazione criminalità-immigrazione.
C’è però da osservare che il reato di violenza per opera di stranieri è commesso nel 62% dei casi da immigrati irregolari. Un dato che evoca particolari situazioni d’estremo degrado sociale e umano.
Questo significa dunque che solo una piccola percentuale della popolazione d’immigrati regolari che vivono e lavorano nel nostro Paese, commette questo tipo di reato.
Il volto della violenza sessuale nel 60% dei casi, comunque, è quello di un uomo italiano. Un uomo che, ci dicono le statistiche, tre volte su quattro agisce fra le pareti domestiche. Secondo l’ISTAT poco più del 9% delle donne che subiscono violenza ha il coraggio di denunciarlo. E se si tratta del partner, la percentuale scende: in questi casi è solo il 4% delle donne a rivolgersi alle forze dell’ordine, percentuale questa che rappresenta solo la punta dell’iceberg della violenza domestica.
è da tenere presente un altro dato di tipo culturale: quante volte la violenza sessuale commessa dal marito sulla moglie è identificata con lo stupro? Eppure, ci dicono ancora le statistiche, nel 69% dei casi la violenza sessuale è proprio ad opera del partner o di un ex.
Si può comprendere dunque il valore relativo delle statistiche ufficiali.
La violenza sessuale, anche nel XXI secolo, continua ad essere un reato drammaticamente sommerso.
Laura Berti, giornalista
Francesca Tripodi, psicoterapeuta
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