ISC

Gli uomini pensano sempre al sesso… o no? Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile

Gli uomini pensano sempre al sesso… o no? Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile

img_1Il desiderio sessuale maschile non ha ricevuto la stessa attenzione riservata al corrispettivo femminile; infatti la letteratura al riguardo è stata per molti anni piuttosto scarsa. Culturalmente si pensa che l’uomo abbia sempre un alto desiderio e che non possa avere problemi in quest’area, quindi non ci si è posti il problema di esaminare con più chiarezza tale dimensione. Gli studi sul maschile si sono da sempre principalmente concentrati sui problemi legati alla performance, data anche la grande richiesta clinica. Tuttavia, negli ultimi anni, si è cominciato a ipotizzare che questo disturbo nella popolazione maschie sia in realtà più diffuso di quanto non si pensasse in passato, ma che la sua prevalenza sia stata semplicemente sottostimata. Un basso desiderio sessuale può incidere sulle altre fasi della risposta sessuale, causando delle difficoltà; può accadere, perciò, che richieste d’aiuto intraprese per altre disfunzioni sessuali (disfunzione erettile, eiaculazione precoce o ritardata) nascondano un disturbo nell’area del desiderio che, se non indagata correttamente, può restare celato.
img2La maggiore attenzione data al desiderio sessuale maschile negli ultimi anni ha portato a riconoscere come categoria diagnostica nel DSM 5 il Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile (Hypoactive sexual desire disorder – HSDD), definendolo come una persistente o ricorrente insufficienza (o assenza) di pensieri o fantasie sessuali/erotici e di desiderio di attività sessuale.
Attualmente l’interesse per l’HSDD sta aumentando, soprattutto per quel che concerne le sue cause e i suoi possibili trattamenti. Per quanto riguarda le ipotesi eziologiche, molta attenzione è stata data alla componente biologica, ossia a quella ormonale; infatti si parla di Ipogonadismo come principale causa del disturbo sessuale ipoattivo maschile. Fermo restando che la componente ormonale gioca un ruolo molto importante nel desiderio sessuale maschile, dalla letteratura emerge l’esigenza di considerare anche le altre componenti implicate nell’insorgenza o nel mantenimento del disturbo, utilizzando perciò un approccio bio-psico-sociale. Bisogna sempre tener a mente che la sessualità umana, al contrario di quella animale, non dipende soltanto dalle spinte ormonali, ma da molti altri fattori. Il desiderio viene infatti definito come un costrutto dipendente dall’equilibrio di tre dimensioni fondamentali: biologiche (sexual drive), psicologiche (sexual motivation) e culturali (sexual wish). Molti autori stanno prediligendo l’uso del termine “interesse” più che “desiderio” sessuale, proprio perché il secondo rimanda maggiormente ad una spinta biologica, mentre il primo sottolinea l’aspetto motivazionale.
img3Negli ultimi anni un gruppo di ricerca portoghese coordinato dal dottor Pedro Nobre, sta concentrando la sua attenzione sullo studio dei fattori cognitivi ed emotivi implicati nel desiderio maschile. Quello che è emerso è che la presenza di credenze disfunzionali e ristrette attitudini sulla sessualità possano influire sul basso interesse sessuale. In uomini con HSDD si riscontra una mancanza di fantasie erotiche, nonché la presenza di pensieri negativi come preoccupazioni sulla performance (sull’erezione) ed emozioni negative come tristezza e vergogna. L’attivazione di pensieri ed emozioni negative durante l’attività sessuale può portare a non prestare attenzione agli stimoli sessuali e, di conseguenza, a non percepire desiderio o eccitazione.
Inoltre gli stessi studi suggeriscono che questi fattori giocano un ruolo molto importante anche come mediatori rispetto alle altre variabili. Ad esempio l’età, i fattori organici, i fattori psicopatologici e i fattori relazionali possono ricoprire un ruolo secondario e possono avere un impatto sul desiderio maschile solo se sono presenti i fattori cognitivi ed emotivi sopra esposti.
img4Dal suo riconoscimento come categoria diagnostica, gli studi per esplorare la dimensione del desiderio maschile, sia nell’accezione del funzionamento normale che patologico, stanno aumentando in maniera esponenziale. Ultimamente, ci si sta interrogando sulla relazione tra desiderio ed eccitazione: ci si sta chiedendo se siano davvero due fasi distinte o se il desiderio non rappresenti la valutazione “cognitiva” dell’eccitazione sessuale. Quello che si riscontra frequentemente, infatti, è che gli stessi uomini fanno molta confusione tra queste due fasi, non riuscendo a fare una chiara distinzione, un po’ come accade nella popolazione femminile. Proprio per questo si sta prendendo in considerazione la possibilità di far riferimento al modello circolare della Basson, già accettato per la risposta sessuale femminile, dove desiderio ed eccitazione non si susseguono in maniera lineare, ma il desiderio può anche essere di tipo responsivo.
Con molta probabilità la risposta sessuale maschile e quella femminile non differiscono così tanto l’una dall’altra; si tratta però al momento soltanto di ipotesi e in letteratura ci sono ancora molti pareri discordanti a riguardo. Saranno necessari ulteriori studi per chiarire questi aspetti e permettere una maggiore comprensione di quest’area, sottovalutata per molti anni.