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ENDOMETRIOSI: QUESTA SCONOSCIUTA…

ENDOMETRIOSI: QUESTA SCONOSCIUTA…

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci sono nel mondo circa 150 milioni di donne, in età fertile, che soffrono di endometriosi: 14 milioni in Europa e 3 milioni in Italia. C’è ancora scarsa conoscenza sull’argomento e molta paura di chiedere, di entrare nell’intimità femminile, parlando di dolore, di ciclo mestruale, d’infertilità, e di credere che tanta sofferenza non sia affatto normale.
Basti pensare che il ritardo dall’inizio dei sintomi alla diagnosi è di oltre 9 anni: quasi cinque spesi dalla donna prima di accettare o riconoscere che quel dolore non è affatto normale, e i restanti impiegati dai medici per identificare la malattia. Inoltre, da uno studio condotto su 4 mila donne affette da endometriosi, è emerso che il 47% di esse ha dovuto consultare cinque o più medici, prima di ricevere la diagnosi giusta.
Si tratta quindi di una patologia che può ridurre drammaticamente la qualità della vita, in termini di incertezza, di dolore, di difficoltà.
endometriosi-1Ma cosa è esattamente l’endometriosi? Come influisce sulla salute e sulla sessualità della donna e della coppia?
L’endometriosi è una malattia cronica e invalidante che compare quando cellule affini all’endometrio s’impiantano al di fuori dell’utero, provocando delle vere e proprie lesioni. Tali lesioni sanguinano in concomitanza del ciclo mestruale, determinando un processo infiammatorio e, successivamente, una possibile reazione fibrosa. I quadri clinici sono variabili:
– da piccole lesioni, con sintomi sfumati e modesta compromissione funzionale;
– a numerose lesioni, anche molto grandi ed estese a tutta la pelvi con significativi danni e disturbi;
– fino a modificare gravemente la normale anatomia degli organi pelvici ed extra pelvici, compresi intestino, uretere vescica e retto e coinvolgendo anche organi lontani (diaframma, polmoni).
La caratteristica principale di questa patologia è la presenza costante e imprescindibile del dolore provato dalla donna, anche se in alcuni casi la malattia può essere del tutto asintomatica e la donna può accorgersene a causa dell’impossibilità di rimanere incinta.  Come ogni malattia cronica, l’endometriosi costituisce un evento traumatico che difficilmente avrà un impatto esclusivamente sulla paziente ma si ripercuoterà sia sulla relazione con il partner che in tutte le sfere di vita quotidiana della donna, dal lavoro ai rapporti interpersonali.  Il 14% delle donne affette da endometriosi, infatti, si trova costretta a ridurre l’orario di lavoro, abbandona o perde l’attività lavorativa o è costretta a richiedere il prepensionamento; inoltre la donna può perdere giornate lavorative a causa dei periodi di degenza dovuti alle cure farmacologiche e agli interventi chirurgici.
L’endometriosi può influenzare il rapporto di coppia incidendo negativamente su ogni fase della risposta sessuale femminile. Può venire intaccato il desiderio sessuale ed inibita l’eccitazione; la sessualità, quando praticata, può essere vissuta come un obbligo e non come un piacere personale, a causa del forte dolore esperito dalla donna. Tale sensazione potrebbe innescare una perdita di comunicazione e d’intimità all’interno della coppia, portando ad un endometriosi-2allontanamento tra i partner. Quando all’endometriosi si affianca una condizione di infertilità, vengono esperiti sentimenti di inadeguatezza e incompletezza per la perdita del proprio ruolo “biologico”; provocando tensioni, ansie e conflitti nella coppia.
L’endometriosi, in quanto malattia cronica, ed il vissuto emotivo ad essa correlato, rappresentano una grande sfida sul piano psicologico: vengono imposti cambiamenti fisici progressivi e duraturi che richiedono, per essere affrontati adeguatamente, una ristrutturazione psicologica rilevante, che consenta nuovi adattamenti e nuovi equilibri. In altre parole è necessario uno sviluppo personale capace di rispondere alle trasformazioni introdotte dalla malattia e di realizzare un rapporto ottimale sia con se stesse che con gli altri. In questo modo la sfida della malattia può essere affrontata con successo e di fronte ad essa la persona non consuma le sue risorse individuali ma le arricchisce. Nell’impegnarsi in questo compito la donna potrebbe necessitare dell’aiuto di uno psicologo e di un sessuologo che, in un lavoro caratterizzato da una buona relazione terapeutica, possa implementare le risorse personali della donna necessarie nell’affrontare il possibile vissuto traumatico della malattia.
Riteniamo necessario anche una presa in carico della donna con endometriosi che preveda un lavoro in equipe tra psicologo, sessuologo e ginecologo in modo da poter garantire una visione completa della malattia, in un ottica biopsicosociale.