ISC

Disfunzioni Sessuali e Omosessualità Maschile

Disfunzioni Sessuali e Omosessualità Maschile

image
In letteratura esiste un elevato numero di studi e ricerche in merito alle disfunzioni sessuali nella popolazione maschile che, rispetto a quella femminile, ha largamente interessato la comunità scientifica. Contemporaneamente, risulta evidente un altro dato sorprendente: la quasi totalità delle ricerche si sono concentrate sul funzionamento sessuale di tipo eterosessuale.
Da un punto di vista prettamente medico, risulta evidente come le disfunzioni sessuali riportate dagli eterosessuali e dagli omosessuali siano le stesse, ma è altrettanto chiaro come il rapporto sessuale che essi ingaggiano con i rispettivi partner sia profondamente diverso, come diverso è il vissuto psicologico che ne scaturisce. A questo proposito, ancora più forte appare la latitanza della ricerca nei confronti del distress (o stress negativo) e della differente valenza psicologica che una disfunzione sessuale può assumere nella vita dell’uomo gay.
La letteratura scientifica che negli ultimi 10 anni si è occupata di questo argomento ha analizzato le principali disfunzioni sessuali maschili, quali la disfunzione erettile (DE), l’eiaculazione precoce (EP) e, recentemente, l’anodispareunia, termine con il quale si definisce lo stato di forte dolore che molti uomini sperimentano durante il rapporto anale recettivo.
image
Per quanto riguarda la disfunzione erettile, i dati rilevati da una ricerca di Cove e Boyle (2002) su un campione di 300 uomini omosessuali mostrano come il disturbo più comunemente riportato sia proprio quello della DE, dichiarato dal 9.4% dei partecipanti. Anche il lavoro di Bancroft et al. (2005), condotto su campioni molto ampi di uomini, riporta per questa disfunzione un’incidenza leggermente più alta nei gruppi di uomini omosessuali (4.5% negli omosessuali e 3.5% negli eterosessuali). Per spiegare questo dato gli Autori fanno riferimento alla review di Sandfort e de Keizer del 2001, in cui vengono illustrate le possibili cause della DE; un ruolo determinante sembra essere giocato dall’ansia da prestazione, legata all’identificazione con un ruolo stereotipicamente maschile, che viene rafforzato nel mondo omosessuale tramite l’immagine del “macho”. Questo cliché, potrebbe alimentare talune aspettative che contribuiscono a generare quell’ansia situazionale implicata nella disfunzione erettile.
Nella relazione di coppia, inoltre, la DE può rappresentare l’espressione di un certo grado di conflittualità tra i partner, la paura di un rifiuto o di un timore dell’intimità. Inoltre, Piscitelli (2003), a questo proposito, ci parla degli attuali modelli culturali all’interno dei quali il concetto di mascolinità si lega esclusivamente a quello di eterosessualità; questa situazione potrebbe creare, nell’uomo omosessuale, una difficoltà nel riappropriarsi della propria identità di genere maschile e nell’integrarla al proprio orientamento sessuale.
Per quanto riguarda invece l’eiaculazione precoce, i dati della sopracitata ricerca di Cove e Boyle (2002) ne indicano un’incidenza del 2% nel campione di omosessuali, chiamando in causa, nell’analisi di questo risultato, proprio il personal distress.
Gli Autori evidenziano come nel repertorio sessuale eterosessuale il raggiungimento dell’orgasmo da parte del partner recettivo sia fortemente collegato alla penetrazione e come, quindi, la latenza eiaculatoria dell’uomo assuma un ruolo fondamentale nel raggiungimento del piacere, fino ad arrivare, in presenza di una EP, alla compromissione dell’atto sessuale. Al contrario, il rapporto omosessuale maschile, in presenza di una disfunzione sessuale, come l’EP, può venire compromesso in misura minore, proprio in virtù della versatilità dei ruoli presenti nella coppia gay, in cui a seconda delle circostanze, entrambi i partner possono avere un ruolo insertivo e/o recettivo. Inoltre, nelle coppie omosessuali, il rapporto penetrativo sembra essere, tra le pratiche sessuali messe in atto, quello meno diffuso: infatti, di frequente i partner di una coppia gay non raggiungono l’orgasmo tramite la penetrazione, quanto piuttosto tramite comportamenti di masturbazione manuale e/o orale reciproca. Proprio il livello di problematicità auto-percepita, derivante dalla natura stessa del rapporto, potrebbe essere alla base della discrepanza di incidenza dichiarata di questa disfunzione nella popolazione omosessuale rispetto a quella eterosesssuale.
image
Infine, in uno studio esplorativo condotto da Damon e Rosser (2005), l’anodispareunia viene analizzata con l’intento, da un lato, di individuarne i criteri diagnostici che possano condurne all’inclusione tra le patologie del DSM e, dall’altro, di rilevare le cause della sofferenza percepite dai soggetti. I risultati di questo lavoro, svolto su un campione di 404 uomini omosessuali, indicano come l’82% del campione con anodispareunia eviti rapporti anali per lunghi periodi di tempo, il 49% abbia limitato il proprio repertorio sessuale al solo rapporto insertivo, il 31% dichiari di avere avuto ripercussioni rovinose nelle proprie relazioni affettive ed il 15% di aver subito limitazioni nella ricerca di nuove relazioni sessuali.Gli Autori, nel ricercare le cause di tale sofferenza, illustrano come esse siano, per lo più, di origine psicologica e come questo punto assuma un’importanza centrale nel riconoscimento del disturbo.
A questo proposito Hollows (2007) suggerisce che un fattore specifico da tenere in considerazione nella fase diagnostica dell’anodispareunia sia la paura, che può nascere da esperienze di lacerazioni precedentemente vissute, dal timore di subire il contagio di una malattia sessualmente trasmessa o da una non ancora piena consapevolezza e accettazione della propria omosessualità. Allo stesso modo, l’Autore sottolinea come sia il distress che le difficoltà interpersonali possano derivare molto spesso da bisogni non soddisfatti o aspettative personali irrealizzate, piuttosto che dal dolore in sé.
In conclusione, i dati evidenziano come le disfunzioni sessuali siano un disturbo molto diffuso nella la popolazione maschile in generale; appare chiaro come, all’interno di ogni singola disfunzione, le oscillazioni rintracciabili siano legate al distress e quindi al significato soggettivo che la disfunzione stessa assume nella vita dell’individuo. Come sottolineato da diversi Autori, la linea di demarcazione per concettualizzare e riconoscere, a livello diagnostico, questi disturbi è il distress, fattore che necessita di una approfondita indagine da parte dei ricercatori e di una considerazione da parte dei manuali diagnostico-statistici per i disturbi mentali (DSM-IV, 2000, ICD-10, 2007).